C’era la neve
Mi chiamo Massimo Decimo Meridio, comandante dell’esercito del Nord, generale delle legioni Felix, servo leale dell’unico vero imperatore Marco Aurelio. Padre di un figlio assassinato, marito di una moglie uccisa. E avrò la mia vendetta, in questa vita o nell’altra.
C’era la neve
sui fiori addormentati
sotto la quercia,
e tu dormivi accanto
senza più sogni
Ti accarezzavo
annegando nel vento
di un altro inverno,
mille ghiacci sciolti
sul mio cuore di soldato
Non hai atteso il mio ritorno,
ti hanno crocifissa come una ladra
e violentata fino alla morte.
Ti ho vista nel sogno
cadendo nel vuoto
In questa vita
avrò la mia vendetta
e chiamerò il tuo nome,
mentre io stesso andrò morendo
poco a poco, sotto le stelle
Questa notte io vedo solo nubi e tempeste
Come una minuscola farfalla
nel suo ultimo volo di rosa
siedo nella stanza silenziosa,
una donna sconfitta
e la mia solitudine
L’anima sanguina ancora,
lacere ferite sulla pelle
violente come quello strappo
mai ricucito
Tra i rumori del giorno
il volto della morte
si maschera tra i passanti,
ed il suono del vento è un urlo
che muore dentro la gola
Sovvien la morte
nel totale abbandono
che tutto consuma.
Questa notte io vedo solo
nubi e tempeste
Gli occhi di Emma
Gli occhi di Emma
tracciano invisibili fili,
aquiloni leggeri
come origami di carta
stropicciati tra mani
che afferrano forti
giorni già in fuga
Gli occhi di Emma
hanno visto la guerra
e fili spinati intrisi di neve.
Sulle mani invecchiate
tracce di violenza di uomini,
nelle stanze fatte di vetro
Alzati Emma,
sconfitta nell’anima e nel cuore,
cattura l’ultimo raggio di sole
dalla vita che fugge.
Domani, forse,
il cielo tornerà ancora azzurro
Mi hanno rapito tutti i miei giorni
Vorrei piangere
ma il mio volto ora è arido
senza sorrisi,
spogliata nell’anima
mi hanno rapito tutti i miei giorni
Le guerre e le armi
sono sepolcri della vita,
demoni oscuri.
Violentate nei corpi
siamo morte per sempre
Senz’anni, né nome
Piango stanotte,
nessuno vedrà scivolare via
le mie lacrime.
Stanno arrivando!
S’odono urla e risa sguaiate
nei corridoi della morte
M’osservo un’ultima volta
nel riflesso di un coccio di vetro.
Mai più rivedrò quel sole,
mai più rivedrò l’azzurro del cielo.
Ora la strega siede sul trono di fuoco:
fiamme aguzzine lambiscono il volto
di una fanciulla senza più anni, né nome
Lo stile delle opere poetiche di Eufemia Griffo è inconfondibile e io ne odo la voce, ne percepisco la piega dolce delle labbra. Bravissima Eufemia, sai come accarezzare e rapire chi ti legge.
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Io non ho sicuramente le parole adatte perchè le cose che scrivo quotidianamente non si avvicinano nemmeno lontanamente a questo, ma per quanto mi riguarda è un onore che tu sia amica mia e che la nostra conoscenza sia avvenuta in un momento difficile per entrambe ….sei strabrava ❤
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Emozione pura. Poesia che arriva fino al cuore.
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Suggestivi versi di forte impatto emotivo
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Emozionante come dovrebbe essere ogni poesia vera… complimenti
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Poesie delicate e forti al tempo stesso. Come in un gioco di contrasti, le emozioni si alternano. Ho letto ogni parola immaginando la dolce piega del sorriso dell’ autrice alla quale non posso non rinnovare la mia stima.
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Poesie che vibrano dentro e fanno entrare nel cuore lacerato di queste povere donne.
Bravissima Eufemia!
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Intense emozioni che scaturiscono dalla lettura dei tuoi splendidi brani…
Ros
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Commovente la tua poetica, un dramma vissuto nei versi che elevano il valore e la dignità dei protagonisti. Complimenti!
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Splendidi i tuoi versi,pennellate di emozioni.Complimenti cara Eufemia!
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I tuoi versi, Eufemia, sono roridi delle lacrime di tante creature violate lungo lo scorrere del tempo.
Grazie di aver dato loro voce e nuova vita attraverso la tua Poesia.
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Voti utili ai fini del concorso 11
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L’ha ribloggato su Il sussurro della Luna .
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