31/08/2017
Dietro la porta un calendario
appeso al gancio teso
Muri orfani di intonaco
scrostato spaiato
Avvizziti mocassini in pelle
primo fiore di vitello
Fuori il gatto lappa irto il vetro
e sul fuoco i pensieri borbottano
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Brian Park
E’ senza dimora
fissa il cittadino americano
in viso addormentato
sulla sedia slogata appena
quel peso condiviso un poco
stona nel verde artificiale
al Bryan Park
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Colpevole
Un suono randagio
io colo con lentezza
a Monte San Vito
in Via Romagna
il lavandino inghiotte
chiudo i globi oculari
rifiuto la grazia
come aspettassi lo sparo
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Senza titolo
Mi sono frantumato
senza sangue quel 17
di settembre davanti
un’insalata scolorita
e un piatto di carne
macinata che ancora
attende una risposta
**
Il tempo
Il tempo mi ha bevuto
poi sputato sotto muri
assiderati dal sangue
congelato quella sera
Ho rotto lo specchio
in mille vite
tra i cocci dei giorni
che verranno non so
se volare o cadere
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