SENZA DIREZIONE
Senza direzione
tra le ombre del buio
dove i colori si sono spenti
le stelle sono cadute dal cielo
e la speranza sembra annegata
in un presente senza domani.
Senza direzione
con le ossa ormai sporgenti
avvolte da quello strato sottile di pelle
sottile come la carta velina
che sembra incastrarsi tra un costola e l’altra
dando forma visibile al dolore
e a quel cibo non mangiato.
Senza direzione
con i dolori del cuore e della mente
che ti consumano attimo dopo attimo
ti tolgono il fiato
strappando dal petto il cuore
uccidendo il domani.
Ma…
se guardi oltre il buio di oggi
verso l’orizzonte
forse puoi ancora intravedere
l’infinto azzurro del cielo.
Se allunghi la mano
puoi trovare un amico
un abbraccio che Ti scaldi dentro
e la forza di ricominciare.
Forse il vento cesserà di soffiare o forse no
c’è sempre un forse nella nostra vita,
un’occasione,
un tempo ancora non perduto
per provare a cambiare.
MANCHESTER
L’aria si è fermata
osserva attonita tra il fumo acre
che come un manto pietoso
nasconde la strada.
Tutto cambia, tutto muta,
le urla di gioia
diventano grida disperate,
gli echi delle note
sibili di morte,
un sorriso
una smorfia di dolore.
Giace la vita sull’asfalto,
occhi sbarrati a cercare il cielo,
domande che si rincorrono
perché… perché?!
Il destino gioca la sua partita,
attinge a piene mani
dal furore e dalla follia,
non offre risposte,
non si ferma a guardare,
scivola via tra un sibilo e un boato,
incurante del dolore di chi rimane.
Così tutto resta fermo,
indecisione e rabbia,
la paura si fa strada
appiccicata al cuore dei sopravvissuti
mentre la speranza continua a lottare
perché domani nessun’altro debba respirare
il fumo acre della follia.
UDINE
Tiepolo osserva
dal Palazzo Patriarcale
il dolce respiro di Udine assopita,
mentre il Castello maestoso sorveglia
i giochi allegri delle Ninfe Undine .
Piazza San Giacomo saluta il primo sole,
riflessi dorati abbracciano l’acqua della sua fontana,
e dall’alto della maestosa colonna
sorride la Madonna con in braccio il suo Bambino.
Udine: madre di storie e leggende
che stringe al petto sogni e speranze,
cuore che pulsa di musica e poesia
dove l’aria è piacevole
generosa la terra
erede di un tempo più antico del nostro
un mondo a parte, una stella rara
pulsante di vita
seduta maestosa
tra il monte e il mare.
TROPPO BREVE È STATO IL TUO VOLO
Quando si spegne il canto di un poeta
il tramonto si tinge di nero
s’interrompe il volo di un Gabbiano
di sale si riempie il cuore
la nebbia avvolge la speranza.
La musica perde la sua nota più bella
il silenzio grida pietà
il freddo si fa più pungente
al sole manca il suo raggio più caldo.
Ed ora che il tramonto è sceso su di Te
al Friuli mancherà il suo grido più forte,
quella voce fuori dal coro
che faceva volare libera la speranza,
che insegnava la vita.
Resterà il calore dei tuoi versi
a cantare per noi, e di NOI nel mondo,
a farci sentire la tua presenza
nei lunghi giorni della tua assenza,
e la tua assenza sarà presenza
perché le tue parole non saranno mai state invano.
Troppo breve è stato il tuo volo
Troppo forte è stato il tuo canto per morire.
Mandi Pierluigi
(dedicata a Pierluigi Cappello)
Devo preparare il cuore
Devo preparare il cuore
al giorno del distacco
ti devo strappare lentamente
per non fermarne il respiro.
Ma le radici restano
e come la gramigna invadi
arrivi all’anima e di me possiedi la mente.
Come si fa strappare chi nel cuore
ha messo le radici?
Come si fa a preparare un cuore
che non vuole essere pronto?
Come si fa a lasciar andare chi è parte di te?
Mentre con le parole dico Addio
con il cuore dico resta.