VIOLINO IN UNA SERA D’APRILE
Il tuo corpo svestito a terra
nella nudità immobile, aperta, dell’anima.
E della sera.
La malinconia si fa dolente
nella bellezza eterea di stelle vive,
pulsanti su un palcoscenico spento.
Echeggia nel silenzio
un unico violino ed un canto che si sgretola
sull’argine fangoso del rivo,
tra i fiori frementi d’aprile,
le tue calze e i rami d’ulivo.
VELIERI VERSO LA LINEA MAGINOT
Salperanno questa notte i velieri
dalle tue tele ubriache di tramonti e di stelle,
tra i vetri infranti e il rotolare stinto ed ipnotico
delle bottiglie vuote sulle chiare piastrelle.
Salperanno questa notte i velieri
nel lividore che impallidisce la luce,
solcati dall’agonia violacea degli astri
che sul mio viso s’imprime e si cuce.
Salperanno questa notte i velieri
nello stridore bluastro d’inverno.
Tra i flutti, percossa ed arresa,
la bellezza gocciola vernice d’eterno.
Salperanno questa notte i velieri,
dalle rive di vino, sangue e pennelli;
sulla scia opaca delle correnti di rosso rappreso
scivolano sulle onde del mare e dei miei mossi capelli.
TINTE D’ACQUA CALDA
L’inquietudine sublima di vapore i respiri.
Stinge il cielo e la luce che ammiri,
illividendo l’acqua ferma sulle tue caviglie sottili,
accanto agli specchi dove grondano percossi i profili.
Il torpore anestetizza le iridi, come i colliri;
nel dondolio attonito dei pensieri …–Sospiri-
quando lento il dolore affiora, tendendo i suoi fili,
come nelle notti i pescatori, tra le stelle e i pontili.
Riemerge timido il petto, che tra la spuma ritiri,
quando le lacrime spezzano l’aria che inspiri,
come le onde violacee ed ostili
nel gioco eterno del mare e degli arenili.
NOTTE DEGLI AZZIMI
Tracce di te
a sigillare di rosso gli stipiti,
nell’impressione acre di sangue, di venti,
di agnelli bianchi d’un Egitto lontano
e di fumo sottile dei bracieri ormai spenti
AD OCCHI CHIUSI
Chiuderò gli occhi
come da bambina, nella notte dei mostri,
quando le ombre stagliavano lucidi
gli incubi scuri.
Quando il filo della lampada era troppo lontano.
Chiuderò gli occhi
come da bambina, nella notte dei mostri,
quando il lenzuolo caldo, come uno scudo,
schermava le paure al di là del cotone leggero.
Quando i passi nel corridoio annunciavano
l’abbraccio stretto di mio padre,
le carezze dolci di mia madre.
Chiuderò gli occhi
come da bambina, nella notte dei mostri,
ma non ci sarà un filo per accender la luce.
Nessuno a correre attraverso il corridoio scuro,
al di fuori della paura.
Sui miei occhi chiusi
solo un lenzuolo freddo, di cotone leggero.
Bellissima poesia.
Il dramma e lo scandalo della violenza purtroppo fanno da padroni in questo mondo, sfigurando in tutto e per tutto l’essere umano.
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Poesie di forza straordinaria.
Frasi come pennellate emozionali.
Complimenti, davvero.
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Bellissima la Poesia e struggente come solo la Poesia sa esserlo… che ti pugnala e ti abbraccia contemporaneamente…
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Un connubio di passione, nostalgia e speranza.
Belle sensazioni.
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Meravigliose.
Sapiente uso delle figure retoriche che restituisce al lettore immagini di incredibile forza emotiva.
Complimenti.
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Poesie semplicemente bellissime, toccanti, fondamentali per tentare di debellare questa atrocità che, purtroppo, in questi anni sta rovinando e togliendo la vita a milioni di donne che sono il bene più prezioso che abbiamo.
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