Siamo diatomee svuotate
Siamo diatomee svuotate
echinoidee spolpate
semi di frutti violati
uova dissotterrate
orcioli ossidati
anforine bucate
cocci rotti gocciolanti
ocarine stonate
bolle di rame sonanti
conchiglie fuori dal mare
manufatti o creature
costruite o generate
in quantità da collezioni
rovinate o invecchiate
nella terra ai piedi di cieli
sotto tempi bianchi lenzuoli.
Sottopasso
Ti sentivo
avvicinarti nel senso opposto,
a me esporti pur senza un nome
con la giacca e la cravatta a posto,
con viso bonario, mite dall’auto:
“Ciao bella,
come ti chiami?”
e l’età,
non la chiedevi.
L’immaginavi superficialmente
come ignoravi se rincasassi
dalle superiori o dalle medie?
o l’immaginavi nitidamente
come figuravi che m’arrendessi
nel sottopasso e sotto la gonna?
Quella costanza
aveva la calma di chi poteva
anche pagare una conseguenza.
Questi muri
Senza eros
né pensiero
non li accarezza nemmeno il vento.
Non asciuga più i colori dei vestiti
stesi a spatolate,
stesi all’estate,
non penetra il vaso muschiato
abbandonato a settentrione,
ma sì le vele sbrindellate
dopo un naufragio di donna
e ragnatele polverose.
Si fanno vecchie
É uguale il lido,
è un altro il viso
in cui le ritrovo
coi pendenti di perle,
i brillanti al collo,
il capo acconciato
abbassato e mollo.
Quando tornano
da quel luogo
sono vecchie
le Madonne.
Ritratto
Ha i capelli celesti
e vuoti occhi passanti,
li trapassa ogni nuvola,
asole senza bottoni.
Addosso alla finestra
lì piazzata
l’ha incastrata
tra il vetro e lo sfondo
tutto suo
arancio dentro al buio.